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Passion

 

Passion

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Sto scrivendo qui ed adesso, mentre il mio cuore posa incoercibilmente i suoi passi sulla via di un luogo sacro: partecipevole, nel suo cammino, è la Passione… “PASSION” di Gabriele Saro.

“PASSION” manda i suoi aromi in ogni dove, penetra, avviluppa, si sposta in libertà, mesce, scende per discacciare l’elemento tecnico del linguaggio musicale e, con subitezza, sale a sublime poesia proprio perché qualcuno ha qualcosa da dirmi… da dirci… ed io devo, devo saper ascoltare. Gabriele, con questa sua musica, così ci sta speranzando: «L’amore è vostro!».

In grande quantità la Passione scorre nella squisitamente accurata, e traboccante di raffinatezza, scaletta a quattordici brani che il vivere inàlbano. Tutto è poetizzante, ma proprio tutto… persino la successione dei titoli: proviamo ad inanellarli subitosamente? Ecco fatto:

«Con la tua Complicità, Aura Celeste,
Abbracci Poesia e Soffio di Sguardi Rubati.
Quando diventi Impeto,
nel Pensarti nascono Rivelazioni,
nello Sfiorarti germogliano Silenzi
e nella Malinconia è sublime Sognarti».

“PASSION” è un “prodotto” di notevole spessore compositivo. C’è, lungo tutta l’opera, un senso di esattezza, scrupolosità, precisione che incantano. Gabriele Saro continua a dare alla propria musica il massimo grado di bontà e perfezione: è colorista prodigo e non un solo secondo è voluttuario. Creando “PASSION” ha creato un gioiello di eutimìa. Sono “pagine” rare, mature, convincenti e fertili che quando “vanno via” continuano a ringraziarti.

Francesco Pinosa, Andrea Del Piccolo, Gabriele Saro: cosa succede quando tre grandi musicisti lasciano scorrere senza freno un tal sapere musicale, una così profonda e ricercata “esercitazione” di stile? Avviene che la loro “lingua”, universalmente compresa, assurge a patrimonio dell’umanità. (Claudio Gardenal)

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L'amore

Così, semplicemente Bellezza. Quel tuo sorriso, che fa scolorire gli arcobaleni. E le tue mani, che potrebbero tenere l'amore del mondo. Danzi negli occhi della gente, ovunque tu vada. Incrocio il tuo sguardo e non ho più difese.

Perché scappare se è la PASSIONE che brucia i silenzi e illumina le stanze buie?

Ti vengo incontro: siamo come magneti, troppo vicini per resisterci. Mi chiedi di seguirti, catene di seta da cui non voglio scappare. E allora voliamo via, perché non siamo altro che Petali, Petali bianchi che hanno deciso di affrontare il mondo, assieme. Siamo l'AURORA polare che si mostra al mondo. Distese di bianco immacolato, desinato a macchiarsi d'umanità. Volteggiamo nell'aria come innamorati insicuri che non sanno dove potersi fermare. Gli strazianti rumori del mondo ci fanno dimenticare che il nostro posto è il letto CELESTE sopra di noi. Possiamo fidarci solo di noi e del vento.

Riprendiamo a volare: un domani arriverà. Piroette e salti camminando sull'aria, sbattendo contro muri che ci vogliono far planare. Non ci resta che abbandonarci ai nostri ABBRACCI e stringerci forte. Sono loro le ali di questa POESIA che con un SOFFIO ci ricorda i primi SGUARDI RUBATI e ci fanno volare un po' più lontano, dove la terra si ricongiunge al cielo. Perché cos'è l'Amore se non un volo?

L'incontro

Ora sei davanti a me, con il tuo biglietto in mano. Di voli da allora ne abbiamo fatti tanti, ma questa volta partirai senza di me. Tutto dentro di noi grida, un IMPETO di rabbia mi squarcia lo sguardo mentre ti allontani lenta ed io non riesco a seguire i tuoi passi mentre ti allontani.

Immobile, ascolto mentre chiamano il tuo volo. Capisco solo oggi cosa vuol dire l'immensità dell'Oceano Atlantico, quel continente di acqua e vento che si separerà, d'ora in poi.

PENSARTI così lontano da me mi uccide. Ti ricordi le giornate al sole con le mani nei capelli, le corse alla fermata, la pioggia sotto i portici, i sorrisi senza motivo, le stelle, le lacrime nascoste? Hai dato un nome ad ogni cosa: agli abbracci insicuri, alle voce tremante, al profumo dell'aria. Riuscivi a far sembrare ogni cosa illuminata. Sei stata la mia rivoluzione, la mia RIVELAZIONE. E' una guerra di trincea vedere il tuo aereo prendere il via, sempre più veloce. Come se volessi scappare via prima di poterci ripensare, prima che io ti chieda di restare qui con me.

La passione

Non chiedo molto, vorrei solo di SFIORARTI ancora, percorrere il tuo corpo come se fosse di vetro e io dovessi scoprirne ogni minimo dettaglio. Resto con gli occhi sbarrati verso il cielo, ora vedo solo una macchia che si fa piccola, minuscola, invisibile.

Quello che mi mancherà di più di te saranno i tuoi SILENZI. Quegli attimi preziosi dove tutto era talmente splendido che non serviva altro per goderne a piene mani, quegli scatti di immensità in cui eri il mio tutto, e io avrei voluto fermare il mondo per non porre mai fine a quella tempesta perfetta.

Vado via, corro più veloce che posso lontano da qui. Strade, incroci, semafori, clacson, luci, fermate, traffico, rotonde. Finalmente sono a casa. Non resisto e mi abbandono alla MALINCONIA: ecco che mi stritola la voce, mi soffoca ogni parola per trasformarla in lacrime. La gola si fa rigida, le labbra tremano spaventate, gli occhi si bloccano nel vuoto che hai lasciato. Tutto crolla, come rovine di un impero. Una colata di lava abbatte ogni cosa come a Pompei, le mie colonne, i templi e i monumenti di questa storia d'amore precipitano nel nulla. Crollano massi, si solleva in una nube sottile la polvere mentre si scontrano i detriti che lenti scivolano verso il magma che affoga ogni cosa.

Cenere, cenere ovunque.

Non mi resta che SOGNARTI, svuotato di ogni rabbia, e ricordare l'ebrezza del volo. Non potrò mai dimenticare la gioia del non essere schiavo dell'equilibrio, la forza di lasciarsi guidare dalle correnti che abbracciano ogni fibra della vita. Ecco cosa mi hai insegnato, cosa mi resta di te. Come Cenerentola che lascia le sue scarpette di vetro nella fuga dal Castello, tu hai lasciato in me questo germoglio, un piccolo sole che mi accompagna anche adesso che sei lontana.

La partenza

Per me l'amore avrà per sempre il tuo volto.