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Sunsets II

 

Sunset I

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Gabriele, varcato il «ponte oltre l’arcobaleno», scorgi che va roteando, tra i baci del “tramonto” «sul Ponte di Brooklyn», il tuo cuore libero… ed ecco una piena di parole… le “tue parole”… che sono musica accarnante: «… e urlo di gioia, perché il mondo è qui e io ci sono, ci sono dentro e vivo». Magnificente è divenuta la vita, negli spazi sconfinati e nelle autentiche perle di «Sunsets 1»!, quindi pensavo che Gabriele Saro ci avesse già rivolto un tenero, rispettoso, lussureggiante saluto augurale o di commiato: mi sbagliavo. Troppo frettolosamente stavo tirando a secco la mia barca. Gabriele aveva già preso in mano il nostro frutto trattenuto e prestamente ci ha fatto attraversare il mare di una polifonia elegante, trasparente, che trascende il tempo: «SUNSETS “2”». Che munifica conversazione sonora vivificante!, in questi “Tramonti”! Di traccia in traccia traluce una grazia delicata, ma penetrante, giustapposta a sequenze intense che urgono. La freschezza, la unitezza e la vitalità di invenzione sono il segno della maturità stilistica raggiunta da Saro.

Il ruscellare delle dita di Andrea Del Piccolo, che “scivolano” ineffabilmente sugli ottantotto tasti, sono… ora voli che bisbigliano segreti… ora raffiche di lirico vento che dicrollano i cieli cangianti incessantemente pronti per ognuno di noi.

Che il violoncello di Francesco Pinosa avanzasse sovranamente lungo le direzioni determinate era, ed è, un favoloso tesoro racchiuso nelle opere di Saro ma che imporporasse spazi così liberi, percorsi apparentemente non tracciati, ti esorta a pensare che quasi quasi vorresti godertelo in compagnia unicamente delle persone che hanno il desiderio ardente di abbracciare l’infinito.

Gabriele Saro ed il suo violino: la cavata è chiara, trasparente, spontanea e schietta… ha un andamento armonioso… rotondo come rotonda è la terra. Nel registro grave, attraversa le collane della sensualità; inorpella questi cieli veglianti con il suo fraseggio rapente; meravigliante “a vedersi” il suo seducente mordente.

Nel panorama della globalizzazione sonora è rarezza poter ascoltare qualcosa di tale fervore, brillanza ed ondeggiamento: invero c’è la firma dell’amore, dell’amore di Gabriele Saro che è in grado di creare musica, musica sempre più prodigiosa e ricca di fascino.

(Claudio Gardenal)

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Ricercare l'anima di un viaggio, di un'emozione, è una gara contro i mulini a vento. Ci armiamo di speranza, con gli occhi lucidi e il cuore in mano. Scaviamo le pareti del tempo e cerchiamo il valore ultimo di un momento, di uno sguardo. Quello che spesso non riusciamo a capire è che i momenti vivono di senso grazie ai nostri sensi, che ne compongono le coordinate.

I suoni, gli odori e i colori sono le colonne dei ricordi, unica ancora che sfida e sconfigge il tempo. Non serve scomodare Proust e la sua "recherche" per capirlo, basta guardarsi dentro e cercare quello che ci fa fremere e sorridere: sono i profumi che sentivamo da bambini, le dolci carezze che ci hanno fatto diventare adulti, le sfumature tra i capelli di chi chiamiamo amore.

Le luci, i suoni, gli odori: ogni volta è un mondo nuovo. E mi meraviglio a pensare quanti occhi inonderà questo tramonto: quanti fiumi e quante piazze riuscirà a stupire per poi risorgere ancora, fino alla fine dei tempi. L'unico modo che ho di portare con me questi dipinti di luce è di leggerne le note, metterle in musica. Forse è così anche la vita: devi lasciarla volare via e goderne fino all'ultimo spiraglio, come un magnifico tramonto. Ecco perché non riesco a trovare niente di meglio dei miei sensi per cercare di dare un senso a queste note.

Quando il sole se ne andrà non aver paura: non si può smettere di camminare, di andare avanti, di scoprire.

Perché ogni tramonto è l'alba di un sogno.
by Gabriele Saro

 

Sunset in Paris

Quanto era bella la nostra piccola casa in Rue De L'Hermitage, dove lasciavamo i sogni al vento per prendere aria. L'ambra che di notte colorava gli Champs-Élysées, correre felici per le sale del Louvre: quale posto migliore di Parigi per amare?

Sunset in Amsterdam

Cammino solo su questa strada lunga. Davanti a me l'ultimo Mulino di Amsterdam: sfiorami dolce ricordo, come un tulipano che si offre al mondo. I tuoi colori, i tuoi profumi. Vorrei riuscire a galleggiare tra questi canali e guardare il tramonto senza la paura di andare via.

Sunset in Sydney

Questa spiaggia che mi ruba le orme, inghiottite sul bagnasciuga. Le luci del mondo sono dietro di me: davanti ho solo le note che compongono la meraviglia dell'Oceano Indiano. Mi ci butto dentro, profondo e nero. Imparare a trattenere il fiato è un po' come imparare a vivere.

Sunset in Scotland

Infinito Verde, sereno. La pace del tempo e dei sensi riposa qui, nella brezza che accarezza l'erba come una madre premurosa. La Natura domina tutto qui, in un'armonia di spazi che nessuna mente potrebbe mai concepire.

Sunset in Berlin

Bisogna mettersi le scarpe e farle andare ovunque, da Alexander Platz alla Gedächtniskirche, tra i resti del Muro che ha cambiato la storia e negli edifici che ricordano l'orrore che l'uomo sa bramare. Berlino è la rappresentazione architettonica dell'animo umano.

Sunset in Algeria

Forse il vero segreto della felicità è semplicemente lasciarla scorrere lenta e densa sulla propria pelle, come il calore di questo tramonto che mi dice addio nel Bazar di Algeri. Quello che mi resta sono frammenti: odori acri, colori accesi e voci profonde che scandivano lo spazio.

Sunset in Dresden

Sei una Venere ferita dalle Bombe: Firenze dell'Elba, piccolo gioiello dall'eleganza mai scontata. Io t'immagino ancora in bianco e nero, quando il tuo cuore piangeva macerie che facevano tremare il fiato al futuro.

Sunset in Tokyo

Cerco di correrti dietro ma sei sempre più veloce, come un'enorme ruota che continua a girare. Tra i tuoi tentacoli di cemento resiste il parco di Inokashira, dove sono venuto per vedere i ciliegi in fiore: Hanami, la festa che colora di rosa la primavera.

Sunset in Venezia

Non avere paura di perderti, lasciati guidare dal labirinto delle Calle. Abbandonati, sconfina. Lascia che siano le strade a dirti dove andare perché per amare Venezia devi alzarle la maschera che vedono tutti i turisti e scoprire il suo vero volto, scolpito nel tempo.

Sunset in Wien

Vigorosa e Imponente, Complessa e Deliziosa. Sei l'Impero della Musica, Vienna: hai sentito alcune delle sinfonie che hanno reso grande l'Uomo. Grazie Vienna, perché alle volte ricordare fa bene: fin dove si può volare con le note e far risplendere di luce quello che si ha dentro?

Sunset in Montreal

Sei un'Europa in miniatura, Montreal. Sembra di vivere in un mosaico, uno scrigno di pietra e guglie. I suoi grandi viali proiettano mille profili, vite e suoni parlano lingue diverse. Quanta energia che scorre forte e leggera, senza voltarsi mai fino al tramonto, mi fa sorridere gli occhi.

Sunset in Ireland

Te la ricordi, l'Irlanda? Quel lungo viaggio alla scoperta di noi, di quello che volevamo essere. Oggi è un altro giorno per sentirci veri in questo mondo di giganti, tra le pianure color smeraldo e le nuvole spumose. Qui ho imparato ad ascoltare il silenzio.

Sunset in Amsterdam (Solo Piano)

Nella vita ho imparato il valore dell'essenza, togliere invece che aggiungere. Ecco perché per Amsterdam ho pensato di spogliarla da un po' di note e lasciarla danzare con una sola voce, quella di un piano che ama ogni strada di questa città.

Sunset in Michigan

Nella regione dei Grandi Laghi viaggio libero tra foreste e distese d'acqua. Vieni anche tu, prendi a piene mani questa vita e non farla andare via come fosse aria fra le dita. Non arrenderti al rumore, mai. Il tramonto da Mackinaw City è qualcosa di rara poesia.

Sunset in New York

Scalo i grattacieli di New York alla ricerca del grigio sogno americano che divora qualunque cosa. E' un vortice che mi fa lottare per stare in piedi, ma io non piegherò i miei ideali. Flebile vita che ti sei nascosta nelle mie mani, è il momento di rinascere, vincere la paura di franare. Su di un palco di Broadway ho ricominciato ad amarmi.